La maggior parte delle persone consuma energia e soffre nel tentativo di imporre il proprio punto di vista agli altri. Ognuno di noi ha le sue convinzioni su ciò che è giusto e ciò che è sbagliato e quando entriamo in conflitto con qualcun altro sono le nostre convinzioni a scontrarsi, mai le nostre anime.
Dobbiamo accettare una buona volta per sempre che non esiste un’unica prospettiva giusta e che ciò che è vero per me non necessariamente lo è per qualcun altro. Basta essere consapevoli di questo per espandere la nostra consapevolezza ed allontanare il 50% delle sofferenze nella nostra vita.
Avere ragione ci fa sentire contenti, ma non felici. La felicità è la capacità di accettare altri punti di vista senza negare il proprio ma imparando ad adattarlo alle situazioni quando è necessario.
Quando rinunciamo al bisogno di avere ragione, recuperiamo un’enorme quantità di energia e come diceva Lao Tzu: “se non vi date importanza, non la perderete mai. Che accetta il fluire della natura è indulgente.”
Senza nulla da difendere siamo invincibili, perché non si ha più nulla di attaccabile. Questo è il potere: uno stato di profonda pace e serenità.
È più importante avere ragione o essere in pace? Dovremmo farci questa domanda più spesso per scoprire che la cosa che effettivamente desideriamo di più è andare avanti e non rimanere bloccati in drammi inutili.
Tutti i litigi, a lavoro, con il partner nascono dall’incapacità di fare questa scelta perché l’ego ha bisogno del conflitto per prosperare e crede che non difendersi sia un atto di debolezza e passività.
È vero ci sono tante ingiustizie e dei diritti da difendere ma ci sono altre modalità di agire. Scegliere la pace non è passività ma vera forza che non significa assecondare ciò che sappiamo essere sbagliato. Significa non condannare ciò che si differenzia dal nostro modo di vedere, non volerlo a tutti i costi distruggere ma lasciarlo andare perché sappiamo che ciò che conta è il nostro cammino, dove siamo diretti noi.
Mentre siamo impegnati a combattere le ingiustizie ci dimentichiamo di creare la giustizia da un’altra parte e questa, se ci pensiamo bene, è la peggiore delle ingiustizie che possiamo commettere.
Rinunciare ad aver ragione significa rimettersi ad una ragione più grande e per questo più incomprensibile.
Se mi trovo di fronte ad un diverbio devo semplicemente ricordarmi che ad un certo livello questo evento lo creato io e per un motivo. Se mi oppongo trincerandomi dietro le mie convinzioni, non saprò mai cosa dentro di me ha attirato questa situazione e sarò costretto a riviverla più e più volte.
Se invece accetto ciò che è, senza nessuna condanna, senza nessuna difesa, divento tutt’uno con la situazione e questa si risolve da sola.
Provare per credere.
Francesco Giacovazzo