“Una mente totale, integra scatena una potente quantità di energia e quell’energia è intelligenza.”

Francesco Giacovazzo

Tutta la sofferenza, la  confusione nelle nostre vite e nel mondo deriva dal modo in cui agiamo. Questo è un fatto che possiamo direttamente riconoscere nella nostra quotidianità, nei nostri rapporti con gli altri e con noi stessi.

Credo che ad un certo punto tutti dovrebbero porsi seriamente la domanda se esiste un modo di agire che porti ordine, pace e armonia nelle nostre esistenze. La vita è azione e in ogni momento siamo sollecitati a rispondere a  vari stimoli interiori ed  esteriori. Non è tanto l’azione in se ad essere determinante ma il modo in cui la compiamo. Ma questa, per ora, è solo una conclusione, un idea,  e partire da una conclusione porta solo confusione.

Questa cosa la possiamo riconoscere adesso nella nostra esperienza? Quando noi agiamo spinti da un’ idea o un aspettativa, la nostra azione è condizionata, corrotta dalla paura di poter fallire. Riusciamo a vedere questa cosa?

Dove c’è un desiderio o un’aspirazione è implicita la paura del fallimento, non è così?

La maggior parte delle nostre azioni sono frammentarie, incomplete e creano disordine e confusione.  Esiste un’ azione totale che non lascia residui, che si completa e si esaurisce in se stessa senza lasciare nulla di in sospeso?  Chi è seriamente intenzionato a vivere una vita piena e libera prima o poi deve farsi questa domanda.

Sono in strada e qualcuno mi insulta. Posso rispondere all’insulto e chiudere la situazione senza lasciare nulla di in sospeso che poi magari mi  porto con me fino a casa e finisco di scaricarlo sui miei figli e mia moglie?  E’ importante capire tutto ciò, è importante sapere se esiste un tipo di azione che mi possa liberare una volta per tutte da una situazione.

Ho un desiderio, agisco e pongo fine al desiderio. Questo mi da la libertà di affrontare la prossima situazione con lucidità ed energia. Un azione frammentaria, un’azione condizionata sperpera la nostra energia e i risultati che comporta sono  limitati, lasciano sempre qualcosa di incompleto.

Le nostre azioni sono sempre condizionate dall’aspettativa di qualcosa.  Incontriamo un’ amico e ci chiediamo – anche inconsciamente –  cosa possiamo ottenere da lui, può essere anche  semplicemente compagnia, il piacere di passare del tempo insieme. Allora agiamo in maniera finalizzata, distorta, condizionata.  Tutti i nostri gesti sono poco spontanei e l’ansia  è dietro l’angolo.  Devo fare un colloquio di lavoro e voglio essere brillante, affascinante, devo colpire e ottenere il posto. Questo mi porta ad agire in maniera forzata, artificiosa e le mie azioni sono impregnate dallo stress e dalla paura. Quale risultato posso ottenere? O meglio, che tipo di performance posso fare? Sicuramente non sarà una prestazione pulita, distesa, spontanea, o naturale.

Se riconosco questa dinamica nella mia vita sorgerà spontanea la domanda se esista un azione che invece mi porti efficienza, armonia e potere. Questa azione metterebbe istantaneamente fine ad ogni conflitto e non creerebbe disagi o offese.

Dobbiamo vedere se è possibile agire senza condizionamenti e senza  aspettative rispondendo al momento con tutto se stessi senza accumulare ulteriori condizionamenti  o  creare nuovi desideri e facendo in modo che le nostre azioni siano risolutive una volta per tutte. Allora le nostre azioni avrebbero il potere di cambiare veramente le cose e pure  noi stessi.

Tutti i condizionamenti vengono dal nostro passato immagazzinato sotto forma di credenze e opinioni. Noi agiamo partendo da questo ed è come portare in scena il passato per risolvere un situazione nel presente. Ogni situazione è nuova e merita una risposta inedita e contestuale, una risposta che nasca dalla comprensione istantanea di ciò che sta avvenendo. Qualcuno mi ferma per strada per chiedermi una cosa e subito penso che mi vorrà vendere qualcosa. Il passato si intromette e interpreta il presente. La reazione  che ne risulterà  sarà vecchia, contaminata dalla memoria.  Il presente è nuovo, il passato è vecchio e non si dovrebbe affrontare il nuovo con il vecchio. Con questo non voglio dire che non dovremmo fare uso della memoria, sarebbe da pazzi. Ho prestato i soldi ad un amico e lui non me li ha più restituiti. Se me li chiede di nuovo io non faccio finta che non sia successo nulla, io soldi non gliene presto più.  La memoria  e i ricordi sono utili, non possiamo vivere senza di essi. Mi sto riferendo qui ad una memoria emozionale che è molto disfunzionale.

Se ho litigato con mia madre 10 anni fa e ho perso la sua fiducia posso a distanza di tempo interagire con lei con una mente lucida che considera i fatti ma non è ottenebrata dalla rabbia e dal dolore?

Il mio amico mi richiede i soldi posso rispondergli da uno stato di calma e lucidità magari ricordandogli il debito che ancora ha nei miei confronti? Non sarebbe una cosa bella e più efficace questa? Sarebbe la fine di ogni mal comprensione e sofferenza.

Io non  vi darò una tecnica o un consiglio perché diventerebbe un altro condizionamento e saremmo al punto di partenza. Vi voglio offrire una possibilità di riconsiderare le vostre azioni e sollecitare la vostra curiosità a cercare, se esiste, un modo diverso di agire.

Se siamo attenti a ciò che ci capita, se siamo presenti  alle nostre azioni, la nostra consapevolezza non lascia spazio per il passato. Questo dovete vederlo nelle vostre vite come io faccio nella mia.

Mia madre mi chiede per l’ennesima volta un’ aiuto, vuole liberarsi dalla sua dipendenza che la sta distruggendo . Mi chiede di parlare, vuole vedermi, forse mi chiederà dei soldi. Posso incontrarla  senza nessuna paura e agendo e rispondendo partendo dalla situazione e con tutta la mia intelligenza?

Che cos’è  l’intelligenza? Per me è la capacità di comprendere  una cosa nella sua interezza, totalità e immediatezza. Per fare ciò c’è bisogno di tutta la nostra attenzione. Ci vuole una mente silenziosa, aperta, libera dai condizionamenti e presente con tutta se stessa. Una mente totale e  integra scatena una potente  quantità energia e quell’energia io la chiamo intelligenza.

Ora, io incontro mia madre e la ascolto, la vedo piangere, la vedo triste, sono talmente attento e presente che posso cogliere la sua fragilità e debolezza senza l’intermediazione del passato. Questa comprensione è la vera compassione e ciò che arriverà da qui sarà l’azione giusta.  Non gli darò dei soldi, magari ma cercherò un’altra situazione o posso darle comunque dei soldi ma lo faccio da una zona di impeccabilità che non ammette sensi di colpa o riconoscimento di meriti. E’ questa l’azione giusta al momento giusto che nasce dalla comprensione del situazione.

E’ possibile agire così sempre?  Questa domanda potrebbe cambiarvi la vita.

Francesco Giacovazzo