Non comprate questo libro

  • da Francesco Giacovazzo
  • Rivelazioni

Non fatevi ingannare dal titolo La Pietra degli Alchimisti; questo libro non parla di spiritualità. Non ci sono segreti, nessuna tecnica o formula dell’immortalità. Questo libro non doveva essere pubblicato, ma qualcuno, si vede, ha un grande senso dell’ironia e pure una dose di cinismo.

L’Alchimia non è un gioco e non bisognerebbe parlarne tanto perché oggi fa tendenza, insieme ad un’altra parolina che al solo pronunciarla fa bagnare tutte le signorine new age. Volete sapere qual è? Dai, vi faccio un regalo che in un battibaleno vi rimbalzerà nel pantheon dei seduttori moderni. Questo è un segreto che è stato scoperto nelle grotte di Qumran nel secolo scorso ed è stato divulgato soltanto su circa 300.000.000 di pubblicazioni. La parolina magica è: quantistica. Wow! Basta che durante una conversazione buttiate lì per caso, le parole “alchimia” e “quantico” ed ecco che il parterre femminile cadrà in trance come in uno spettacolo di Derren Brown e saranno disposte a rovesciare la loro anima proprio a voi. L’anima.

Ma noi abbiamo un anima? E qui cominciano i guai. Se io vi dicessi che l’anima è solo una possibilità, che non abbiamo un Io ma una legione di piccoli io che come tiranni cercano di avere il controllo su di noi, continuereste a leggermi? Lo so che proseguirete solamente perché certo non vi fate provocare da quest’altro rigurgito della fantaspiritualità new age scroto-sciamanica.

Ebbene, io non sono un maestro spirituale, non ho cambiato il mio nome in Shinta Govinda Hasrae, la mia unica vera iniziazione è la quotidianità fatta di file alle poste, di rapporti conflittuali a lavoro, tradimenti, ansie da prestazione ecc. Non gioco con gli alambicchi e non parlo con gli angeli, non mi interessano le vite passate e nemmeno quelle future; il mio unico interesse è stare qui, adesso con tutto me stesso. Questa è la mia sfida e non c’è nient’altro, o meglio, quando sono completamente presente a me stesso io esco dal tempo e dal mondo e non sono più suo ma sento il mondo girare dentro di me.

E questo non significa che sono Dio o che il mondo è un’illusione perché questo è un altro giochino dell’ego come quello più perfido che mi vuol far credere che Io creo la mia realtà. Io? Abbiamo un’io? Se avessi Io quella sarebbe l’unica mia vera creazione. Noi non creiamo un bel niente ma ci sintonizziamo soltanto su una delle tante varianti del nostro destino che è in un certo senso già scritto.

Ora vi state infastidendo un bel po’, lo sento. “Destino, varianti, ma che stai dicendo?” Sto dicendo che siamo pieni di immondizia, abbiamo troppe conoscenze che ostruiscono il nostro sguardo impedendoci di vedere la realtà per quella che veramente è. L’Alchimia non è uno scherzo e non è nemmeno un’altra trovata spirituale. L’Alchimia custodisce le leggi dell’Anima e dell’Universo che sono eterne ed è una via senza ritorno, almeno così è per me. Posso indicativamente trovare un punto nel tempo in cui ho dato inizio a questo viaggio ma so con certezza che non c’è un posto dove arrivare perché non c’è una fine e forse non c’è mai stato un inizio; e quando comprendi questo, in un certo senso, quell’Io che hai tanto faticato a costruire lo devi sacrificare (rendere sacro) per qualcosa di più grande.

L’Alchimista non è un filosofo, non ha molto da dire, l’alchimista è molto pratico. Agisce e non pensa se ciò che sta facendo è morale, di buon gusto o accettabile dagli altri. L’alchimista non è spirituale ma è molto materiale; per lui tutto è materia, persino l’anima che è soltanto fatta di una materia molto più sottile. All’Alchimista non interessa diventare buono o diventare immortale perché sa che la vera immortalità è disidentificarsi dalla propria macchina biologica. L’Alchimista vuole svegliarsi, allargare fino ai limiti estremi la propria consapevolezza, diventare individuo e realizzare così il suo destino di essere umano.

Quando parla di Amore l’Alchimista non parla di un sentimento profondo, divino, per lui l’Amore è una cosa molto fisica con dei risvolti neurochimici in grado di trasmutare il DNA. L’Alchimista ha capito come nessun altro che l’Amore è una sostanza, una secrezione particolare dell’Anima, un ponte tra lui e l’infinito. Quando produce Amore (quello vero!) l’Alchimista trasfigura se stesso e diventa un canale privilegiato dello Spirito, di Dio o, se preferite, chiamatela semplicemente Vita.

Visto così l’Alchimista sembra uno molto egoista e lo è; il suo egoismo lo spinge a non indugiare nelle frivolezze, ad essere impeccabile come un guerriero, distaccato da tutto e da tutti, e solo. Sì, perché si è sempre soli davanti all’ignoto. Un Vero Alchimista non dice mai di essere un Alchimista, non crea scuole e liturgie e non fa seminari per aprire il cuore, perché il cuore non te lo può aprire proprio nessuno, nemmeno tu stesso, seguendo qualche tecnica segreta, perché non è un atto di volontà ma di potere e la differenza tra volontà e potere è abissale.

Una volta parlando di queste cose con Raffaele, il mio benefattore, gli chiesi se poteva gentilmente aprire il mio cuore. Lui, dandomi una pacca sulla spalla, mi disse molto candidamente: “L’unica cosa che posso aprirti, ragazzo mio, è il culo ma credimi all’inizio fa un po’ male.”

Quindi vi ho avvisati: quando leggerete questo libro avrete un bel calcio nel di dietro della vostra anima che spero possa scuotersi un attimino da dosso tutta quella polvere esoterica che già da tantissimo tempo la sta letteralmente annerendo.

Sempre a Raffaele chiesi perché avevamo la Kundalini addormentata lì in basso, all’altezza dell’osso sacro.
Il mio amico Alchimista, sempre molto sobriamente, mi rispose: “Perché a te, e non solo a te, piace molto nel culo”.

Raffaele, lui sì che era un grande Alchimista.

Francesco Giacovazzo

Aggiungi commento

Codice di sicurezza Aggiorna